“Non farti cadere le braccia” è l’album d’ esordio del cantautore napoletano Edoardo Bennato. È un disco ancora non a fuoco, con il nostro costretto ad indossare due scarpe: quella del cantautore della casa discografica Numero uno, e quella del nuovo Bennato cantastorie di protesta.  I pezzi sono tutti firmati da lui, tranne Lei non è qui…non è là, con il testo scritto da Bruno Lauzi, e Un giorno credi, il cui testo è stato scritto da Patrizio Trampetti, conosciuto da Bennato tramite suo fratello Eugenio, entrambi, in quegli anni, membri della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Alcune canzoni sono tra le più significative che il cantautore abbia scritto: la stessa title track, un'inno alla forza, a non lasciarsi andare, a non farsi cadere le braccia appunto; Una settimana… Un Giorno, uno dei brani più tristi del disco, ancora oggi uno dei pezzi principali del repertorio di Edoardo ed ancora, Un giorno credi, canzone unica nel suo genere che riprende il tema della prima traccia e viene riproposta anche nel successivo album I buoni e i cattivi.

Questo LP non ebbe grande successo ma, grazie ad esso, Edoardo cominciò ad essere notato dalla critica e dal pubblico.

Curiosità:

·          La copertina del disco raffigura un fiammifero, l'ultimo fiammifero. In effetti il titolo originale del disco doveva essere proprio "L'Ultimo Fiammifero", che doveva richiamare ad un'ultima possibilità che i discografici davano ad un giovane Bennato per sfondare nel campo della musica. Anche se il titolo alla fine fu cambiato ad opera della madre di Edoardo, che pensò bene che quel titolo era troppo deprimente, il disco non ebbe grande successo, difatti ancora oggi Edoardo dice spesso che quel disco lo comprarono in due persone, Mamma Adele e Zia Anna (quest'ultima obbligata da mamma Adele);

·          L’album si apre con MM, un pezzo strumentale eseguito con armonica, kazoo, battitamburello a pedale e chitarra 12. E' il primo provino di Edoardo, che eseguì a Milano, ai tempi dell'università;

·          In Rinnegato, da cui sono tratti i versi che abbiamo citato all’inizio, Edoardo si  rivolge ai suoi collaboratori, da Trampetti al produttore Colombini, dal fratello Eugenio all'arrangiatore del disco Roberto De Simone. Il pezzo rappresenta le disquisizioni tra innovatori e tradizionalisti in campo musicale.